Come i pazienti con protesi possono riacquistare la sensibilità

Per la maggior parte delle persone, uno dei peggiori incubi è l'amputazione di una mano, di un piede o di uno o più arti. La chirurgia plastica può salvare le componenti fisiche in molti casi, ma purtroppo ci sono ancora situazioni al mondo che rendono necessaria l'amputazione. Dopo incidenti o in caso di malattie come superinfezioni e tumori, solo l'amputazione dell’arto colpito può ancora salvare la vita del paziente. In ogni caso, rappresenta un trauma estremo che compromette gravemente la funzionalità e la qualità della vita. Spesso significa anche la perdita del lavoro e della partecipazione sociale. A ciò si aggiunge molto spesso la sindrome dell’arto fantasma, che può essere così estremo da spingere una persona al suicidio.

Da molti anni sono motivato a migliorare questa situazione attraverso le mie conoscenze e competenze. Per questo motivo, ho dedicato molto tempo e passione allo sviluppo di un nuovo metodo che non solo dà speranza alle persone colpite, ma è come un biglietto di ritorno alla vita. Il successo del metodo non sta solo nel fatto che le protesi bioniche sono mobili e possono essere controllate dal cervello, ma che i pazienti possono anche riacquistare la sensibilità. Così, ad esempio pazienti con una protesi della mano in combinazione con un sistema di feedback sensoriale possono percepire sensazioni tattili e sentire gli oggetti.

Anche la sindrome dell'arto fantasma si riduce o scompare completamente, perché il cervello viene ingannato a pensare che la protesi sia parte del corpo. Attraverso esercizi intensivi di fisioterapia con la protesi, il paziente può migliorare la mobilità delle dita e rafforzare la sensibilità. Il Prof. Alexander Gardetto e la sua équipe hanno finora dato una nuova vita a circa 50 pazienti, rendendo così il sogno un po' realtà.
In un'intervista nel programma "Eccellenze Italiane" su "Odeon", il Prof. Alexander Gardetto spiega con parole e immagini come funziona esattamente questa tecnica.